Le conseguenze psicosomatiche dello stress al quale sono sottoposti i cani reclusi in canile sono gravi e poco spesso se ne parla.
Ecco com’è la vita in canile: interi anni costituiti da interminabili giornate tutte uguali, in uno spazio ridotto e poco accogliente, frastornati dal continuo abbaiare, mangiando sempre lo stesso cibo e con scarsissime interazioni con il mondo esterno.
Lo stress di questa condizione si traduce spesso in problemi comportamentali di varia natura. A volte si assiste a un abbrutimento e ad una chiusura in se stessi, altre volte in esplosioni di aggressività verso gli altri, altre ancora in vere e proprie forme di autolesionismo.
Negli anni di assidua frequentazione dei canili abbiamo notato dei particolari segni sul corpo dei cani, riconducibili ad un comportamento ossessivo compulsivo che consiste nel leccarsi le zampe anteriori fino a procurarsi ferite talmente gravi da lacerare la pelle, in certi casi fino all’osso.
La spiegazione di questo comportamento potrebbe essere riconducibile al fatto che l’atto di leccare rilascia endorfine, ovvero delle sostanze chimiche prodotte dal cervello e dotate di una potente attività analgesica ed eccitante. La loro azione è simile alla morfina e ad altre sostanze oppiacee, portando il cane a ripetere il gesto in maniera ripetuta e continuata nel tempo alla ricerca di un effimero benessere, causando nel tempo ferite profonde.
Nel caso di ferite da leccamento, la guarigione definitiva arriva quando si toglie la fonte dello stress. Per risolvere in maniera definitiva il problema senza terapie antibiotiche e medicazioni di ogni tipo, il cane ha bisogno di raggiungere uno stato di pace in una vera casa, con la sua famiglia adottiva. Solo allora questo comportamento sparirà e le lesioni guariranno per sempre.
Le prime volte in canile, anni fa, notavamo queste piaghe alle quali non sapevamo dare una spiegazione, ci dannavamo per scoprirne le origini, ma col tempo e l’esperienza abbiamo iniziato a riconoscerle e a comprendere quanto nel profondo un’adozione potesse letteralmente salvare la vita di un cane in canile.
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